L’archeologia in Toscana è multisensoriale. Visita al Museo Archeologico di Piombino
In Val di Cornia c’è un museo affascinante, che racconta la storia in maniera non solo coinvolgente ma anche multisensoriale.
La visita al Museo archeologico del territorio di Populonia è una delle maggiori attrazioni di Piombino ed è arricchita da un percorso “sensoriale” composto da tre postazioni tattili, visive ed uditive che permettono a tutti di comprendere e godere appieno di tre simboli della storia antica di Populonia: la tomba dei Carri (la sepoltura etrusca meglio conservata nel Parco archeologico di Baratti e Populonia), il mosaico romano cosiddetto “dei Pesci”, e l’Anfora argentea di Baratti, capolavoro di età tardoantica.
Usando le tecniche di Virtual Heritage secondo il più innovativo storytelling museale, il museo ha reso “parlanti” questi tre importanti manufatti.
I testi che descrivono i reperti hanno preso vita grazie alle voci narranti di due attori; il tutto è reso ancora più suggestivo dall’accompagnamento di suoni d’ambiente e musiche antiche, con colonne sonore realizzate ad hoc e suoni particolari che rendono più realistiche e “immersive” le narrazioni.
Le postazioni sono state inserite volutamente accanto agli originali al secondo piano del museo (per l’anfora e il mosaico), mentre si è scelto di posizionare il modello della tomba dei Carri che si trova all’interno del Parco archeologico di Baratti e Populonia, alla fine del primo piano, dopo i corredi delle coeve sepolture a tumulo e di fronte alla ricostruzione didattica del banchetto etrusco.
La riproduzione in scala dei reperti, la sensorizzazione con output sonoro e i video, aprono anche ai non vedenti o ipovedenti la possibilità di comprendere il reperto e il monumento.
Si tratta tuttavia di un’esperienza stimolante che tutti possono fare, anche in assenza di specifiche disabilità.
Rappresenta infatti un modo nuovo, semplice e accattivante per “far vivere la storia” anche ai più giovani e a un pubblico non specializzato.
Il progetto è stato realizzato grazie a un finanziamento ottenuto dal Comune di Piombino, dalla Regione Toscana (con contributi finalizzati allo sviluppo e incremento delle attività dei musei riconosciuti di rilevanza regionale) e con la progettazione scientifica della Parchi Val di Cornia SpA e del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze.